A pochi giorni dall’entrata in vigore della Legge di bilancio 2019 e della previsione del nuovo reddito di cittadinanza, quali sono le conseguenze che il nuovo sussidio statale potrebbe avere nell’ambito di separazioni e divorzi?
Il coniuge che potrà ottenere dallo Stato 780,00 euro mensili (importo minimo che deve essere garantito a tutti i cittadini), non sarà nella condizione di pretendere nulla dall’ex, perché è lo Stato che ci pensa.
Ma allora: reddito di cittadinanza o assegno di mantenimento?
Il ragionamento sulla convenienza dell’assegno piuttosto che del reddito di cittadinanza dipende da una serie di fattori:
- per la donna giovane che si separa – avendo la possibilità di rimettersi in gioco e cercare un lavoro -sarà più conveniente scegliere il reddito di cittadinanza piuttosto che un assegno di mantenimento che ad oggi, in presenza di capacità lavorativa, è ridotto al minimo;
- per il coniuge più avanti con l’età che ha abbandonato il lavoro per occuparsi del marito e dei figli, sarà più conveniente, invece, scegliere di continuare a percepire l’assegno di mantenimento.
E’ importante sapere che:
- Indipendentemente dall’età, se l’ex moglie dovesse percepire un assegno di mantenimento superiore a 780,00 €, le verrà precluso l’accesso al reddito di cittadinanza e, in ogni caso, la stessa non potrebbe essere interessata a richiedere ed ottenere il sussidio.
- Per gli assegni di mantenimento di misura inferiore a 780,00 €, invece, con il reddito di cittadinanza il coniuge potrebbe solo ottenere un’integrazione, per raggiungere il reddito minimo.
- Con riguardo al divorzio, se la moglie dovesse chiedere e ottenere il reddito di cittadinanza, il marito potrebbe fare istanza al Giudice per l’annullamento o la riduzione dell’assegno divorzile; istanze che, secondo gli ultimi orientamenti giurisprudenziali che vorrebbero tutte le donne autonome e lavoratrici, potrebbero anche essere accolte.
Sul sito www.gazzettaufficiale.it il testo integrale della Legge, 30/12/2018 n° 145, G.U. 31/12/2018
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2019